Ibrutinib più Bendamustina e Rituximab nel linfoma mantellare non-trattato


Ibrutinib ( Imbruvica ), un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton ( BTK ), può avere benefici clinici se somministrato in combinazione con Bendamustina e Rituximab e seguito da terapia di mantenimento con Rituximab nei pazienti più anziani con linfoma mantellare non-trattato.

Sono stati assegnati in modo casuale pazienti di età pari o superiore a 65 anni a ricevere Ibrutinib ( 560 mg, somministrato per via orale una volta al giorno fino a progressione della malattia o effetti tossici inaccettabili ) o placebo, più 6 cicli di Bendamustina ( 90 mg per mq di superficie corporea ) e Rituximab ( 375 mg per mq ).

I pazienti con una risposta obiettiva ( risposta completa o parziale ) hanno ricevuto una terapia di mantenimento con Rituximab, somministrata ogni 8 settimane per un massimo di 12 dosi aggiuntive.

L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) valutata dai ricercatori. Sono state inoltre valutate la sopravvivenza globale ( OS ) e la sicurezza.

Tra 523 pazienti, 261 sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Ibrutinib e 262 a ricevere placebo.
A un follow-up mediano di 84.7 mesi, la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 80.6 mesi nel gruppo Ibrutinib e di 52.9 mesi nel gruppo placebo ( hazard ratio per la progressione della malattia o la morte, HR=0.75; P=0.01 ).

La percentuale di pazienti con una risposta completa è stata del 65.5% nel gruppo Ibrutinib e del 57.6% nel gruppo placebo ( P=0.06 ).
La sopravvivenza globale è stata simile nei due gruppi.
L'incidenza di eventi avversi di grado 3 o 4 durante il trattamento è stata dell'81.5% nel gruppo Ibrutinib e del 77.3% nel gruppo placebo.

Il trattamento con Ibrutinib in combinazione con la chemioimmunoterapia standard ha prolungato significativamente la sopravvivenza libera da progressione.
Il profilo di sicurezza della terapia combinata è stato coerente con i profili noti dei singoli farmaci. ( Xagena2022 )

Wang ML et al, N Engl J Med 2022; 386: 2482-2494

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